Il primo incontro con la grande ballerina Franca Bartolomei
Una vita per la danza, tra palcoscenici, grandi accademie e incontri straordinari.
Paola Jorio è direttrice e maestra di grande esperienza, protagonista di un percorso artistico unico che ispira e fa sognare tutti gli appassionati di balletto. I suoi racconti, in un avvincente intreccio di umorismo e poesia, ci trasportano in un mondo di étoile e teatri, di maestri d’arte e compagni di vita, di sogni e di sfide. Un’avventura fatta di passione, rigore, merito e destino.
Oggi la direttrice condivide con noi una cartolina dal passato: il primo incontro, da giovanissima, con Franca Bartolomei, grande ballerina e fondatrice, anni dopo, della compagnia del Balletto di Roma con l’étoile Walter Zappolini. Una scena di attesa ed emozione, impressa per sempre nella memoria: “Mi trovavo in una grande sala con il pavimento in mattoni tra tantissime ragazzine come me di circa nove anni – racconta Paola Jorio – Si parlava di un’importante maestra che quel giorno sarebbe venuta a guardarci per scegliere gli interpreti della creazione Ondine per lo spettacolo di fine anno. Il nome della maestra era Franca Bartolomei. Ero lì incuriosita, in attesa della grande ballerina, nella mia perfetta divisa da pattinaggio (attività che all’epoca mi riusciva piuttosto bene). Sapevo che in realtà non avrei potuto partecipare al saggio perché in quella scuola era riservato agli allievi dei corsi recitazione e io frequentavo inizialmente solo danza classica”.
La signora Bartolomei arrivò e attraversando elegantemente l’enorme sala iniziò ad osservare le piccole allieve con grande attenzione: “Ad un certo punto si fermò proprio di fronte a me e chiese se fossi tra gli interpreti di Ondine. Dissi di no. Allora aggiunse: ‘vuoi fare il balletto di Ondine?’. Dissi di sì subito, d’istinto. Ricordo ancora quella esibizione, al centro della scena, con il tutù corto e celeste”. Non immaginava ancora, la giovanissima allieva, che la grande ballerina sarebbe diventata, insieme a Walter Zappolini, la maestra di una vita intera, il faro di una professione meravigliosa, tanto difficile e impegnativa quanto appagante e piena.
“Poco dopo quel primo incontro, Franca Bartolomei scelse alcune allieve da avviare allo studio quotidiano della danza classica e io entrai a far parte del gruppo. In quella occasione ci presentò il maestro Zappolini, all’epoca già ballerino étoile del Teatro dell’Opera di Roma, che qualche anno dopo iniziò a darci regolarmente lezione. Tra classi di danza e recitazione ebbi anche la possibilità, in quegli anni, di fare esperienze di doppiaggio nell’epoca d’oro del cinema italiano”. Eppure, nonostante la soddisfazione frequente di essere scelta tra tante allieve per interpretare ruoli principali e nuovi balletti, Paola Jorio ci confessa di non aver mai seriamente pensato, a quei tempi, di fare la ballerina nella vita: “Per me si trattava all’inizio di un’attività divertente che potevo condividere con le amiche della mia età…”.
Un divertimento che già in adolescenza, verso i 15 anni, iniziò tuttavia a riempire le sue estati di arte e spettacoli grazie alle produzioni che le étoiles Bartolomei e Zappolini portavano in giro nei più importanti teatri italiani. Alta, affascinante e agile, fu inserita presto nel corpo di ballo che accompagnava i maestri nei loro spettacoli: “Ricordo di aver danzato in Aida, Carmen, Elisir d’amore e in molte altre opere, incontrando personaggi importanti del Teatro dell’Opera come il tenore Ferruccio Tagliavini e il regista Bruno Nofri”. Anni intensi in cui ebbe la possibilità di osservare da vicino il lavoro delle stelle Bartolomei e Zappolini non solo in scena, ma anche e soprattutto nella quotidianità delle prove, dei viaggi, della creazione coreografica. Da quelle esperienze nacque un gruppo affiatato e vivace, forse proprio grazie all’influenza rasserenante e istruttiva dei due grandi protagonisti della danza. Due personalità forti, carismatiche, esigenti, capaci di confrontarsi, discutere e impegnarsi con tutta l’anima per realizzare qualcosa di bello e duraturo: quello che poi sarebbe diventato e che ancora è oggi il Balletto di Roma.
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