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La danza che fatica

Gli arti vengono allungati in direzioni opposte fino al raggiungimento della massima estensione e si prosegue oltre anche se si avverte dolore; la schiena viene curvata all’indietro ripetutamente finché non si forma un arco innaturale sempre più evidente; le punte dei piedi vengono posizionate al di sotto di strutture molto basse e si esercita una forte pressione affinché le dita si avvicinino il più possibile al pavimento, cercando all’occasione di trattenere i lamenti…

Vi siete spaventati? State tranquilli, non sto elencando metodi di tortura medievale, ma semplicemente alcuni degli esercizi che le giovani ballerine praticano quotidianamente nel corso dei loro anni di studio. Effettivamente visti da fuori possono sembrare terrificanti, oltre che particolarmente dolorosi, ma si sa, cosa non si farebbe per avere un collo del piede come quello di Alessandra Ferri o le gambe della Zakharova. Così, sfidando la propria soglia del dolore, le ragazze si scambiano consigli su come plasmare il proprio corpo e renderlo ”perfetto” per questa disciplina, cercando di rimediare laddove madre natura è stata poco generosa.

Purtroppo però non sempre i risultati di tanti sforzi sono visibili e ci si demoralizza, immaginando come sarebbe stato se fossimo nate con dei bei piedi, con le gambe alte o la schiena flessibile. Beh non vi scoraggiate se non ricordate Polina Semionova, si può diventare ottime ballerine anche se la natura non è stata altruista: tutto sta nella dedizione e nell’impegno costante che ognuna di voi mette quotidianamente nello studio. L’attenzione ai particolari e la cura del dettaglio faranno la differenza, e potranno rendervi straordinarie. Non cercate di somigliare a qualcun altro, tirate fuori da voi stesse il meglio e sviluppate il vostro personale potenziale, rendetelo il vostro punto di forza e imparate a gestire i limiti. La danza non è semplice, ma con un po’ di tenacia e qualche sacrificio in più si possono ottenere grandi risultati, senza necessariamente ricorrere a stretching estremi. E il corpo ringrazia!

 

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